di Alberto Mazzoleni, vicepresidente di UNCEM Lombardia e membro della giunta nazionale UNCEM
Una sfida difficile aspetta i nuovi eletti al Parlamento. Risollevare l’Italia. Pandemia, guerra e crisi energetica hanno provocato gravi problemi economici e sociali. E in futuro potrà essere anche peggio. Tante incognite, ma anche grandi stimoli a far bene per la nostra amata Italia.
Sono cinque le parole chiave che Uncem ha indicato per ispirare la nuova agenda politica: libertà, Ppartecipazione, energia, autonomia e sussidiarietà. Tutti temi che impegnano il nuovo Parlamento ed il futuro Governo, anche e soprattutto per i territori montani e le aree rurali: serve finalmente una reale agenda per il controesodo.
Coerenza, preparazione e serietà nell’agire velocemente: un pensiero sano e montano. A partire dalla strutturazione di un nuovo sistema fiscale che preveda per le aree più in difficoltà le Zone Economiche Speciali o Zone Franche, alla rivisitazione della Strategia per le aree interne e montane (SNAI) che deve essere realmente per tutti e con politiche specifiche attuabili in tempi brevi.
A seguire un miglioramento e rimodulazione del PNRR e dei bandi per i territori montani che prevedano anche strumenti per gli aumenti dei costi e per la gestione degli interventi. Non è più rimandabile l’attuazione e il miglioramento della Legge 158/2017 sui Piccoli Comuni e l’aggiornamento del TUEL puntando su “Burocrazia zero”.
È urgente un piano per la ricomposizione fondiaria: la frammentazione delle particelle è talmente elevata da bloccare completamente investimenti e nuove imprese in tanti territori montani, che già sono caricati da incredibili vincoli ambientali. Una normativa che permetta la fruizione agricola dei territori e la assoluta difesa delle produzioni Made in Italy. La nuova PAC sia anche per e delle piccole imprese dei territori montani.
Il PSR non è solo “agricoltura”: è anche Montagna e Foreste, è “rurale”, territorio, comunità. La nuova Strategia forestale nazionale deve essere pienamente attuata, con pianificazione, gestione attiva, certificazione, servizi ecosistemici-ambientali e filiere produttive che valorizzino 12 milioni di ettari di territorio, un terzo della superficie del Paese. La manutenzione e cucitura del territorio, in particolare per la prevenzione del rischio idrogeologico e del rischio sismico, è la necessità che richiede 2 miliardi di investimenti l’anno, concretizzando piani pluriennali strutturati.
Al fine di recuperare risorse non solo dalla fiscalità generale, deve essere introdotto il meccanismo di intervento per il quale viene investita ogni anno, nei territori montani, una percentuale della tariffa idrica per la valorizzazione delle fonti di acqua, la creazione di bacini di accumulo e la difesa dei versanti, la manutenzione delle aree a rischio frane, la prevenzione del dissesto. La “cura” del territorio si accompagna a un piano per la “bellezza”, per la rigenerazione e la custodia dei luoghi e del paesaggio secondo valori e stile dell’“Ecologia integrata”.
Bisogna ripartire dalla sanità territoriale, come imparato dalla pandemia, che colmi i divari strutturali storici del vivere in montagna, agendo anche su scuola, trasporti, socioassistenziale, servizi. Comunità al centro con le "imprese di comunità". Le "buone pratiche" devono tradursi in politiche. Valorizziamo i nostri presidi di montagna bergamaschi a San Giovanni Bianco e Piario che devono restare e rigenerarsi quali punti di riferimento per le nostre Comunità. Si devono concretizzare i LEP, "livelli essenziali delle prestazioni", per trasporti, asili, scuole, tenendo conto della peculiarità montagna come area di sovraccosti strutturali permanenti che devono essere garantiti per il diritto di cittadinanza.
L'innervamento digitale della montagna è obiettivo prioritario. Abbiamo lanciato come Uncem una provocazione chiedendo l’intervento dei satelliti del miliardario Elon Musk! Ma l’Italia è una grande Nazione e siamo certi dimostrerà la propria autonoma capacità. Su Banda ultra-larga, ripetitori per la telefonia, 5G occorre dare attuazione a quanto previsto e avviato grazie al PNRR, aumentando le risorse economiche per vincere il divario digitale. È importante costruire un’Agenda digitale per le Aree montane, con risorse stanziate riconoscendo le specificità delle imprese e dei Comuni alpini e appenninici.
Per generare “Smart valley” in piena sinergia con le “Green Communities”: telelavoro, co-working, e-commerce e servizi digitali (medicina, istruzione, sociale) sono determinanti anche erogati o usufruiti a distanza per creare e mantenere lavoro nei paesi.
Intercettiamo le nuove tendenze turistiche e creiamo servizi per i “nomadi digitali”. Serve davvero l’impegno di tutti i cittadini. In primis di voi, nuovi eletti al Parlamento italiano: buon lavoro! Pensate montano!